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Valutazione dell'espansione polmonare perioperatoria con ecografia point-of-care

Le complicanze polmonari perioperatorie sono tra le cause più frequenti di morbilità e di prolungata degenza ospedaliera dopo un intervento chirurgico. Con l'avvento dell'ecografia point-of-care (POCUS), i medici dispongono ora di uno strumento accessibile, non invasivo e altamente sensibile per valutare l'aerazione polmonare in modo dinamico. Cos'è l'ecografia polmonare e perché è importante? L'ecografia polmonare è una tecnica di imaging al letto del paziente utilizzata per valutare l'aerazione polmonare e rilevare alterazioni patologiche nei polmoni. A differenza delle modalità di imaging statiche come la radiografia del torace o la TC, l'ecografia polmonare fornisce una visualizzazione in tempo reale della dinamica polmonare, rendendola uno strumento ideale durante e dopo le procedure chirurgiche. Perché sta guadagnando popolarità Accuratezza diagnostica: rileva pneumotorace, versamento pleurico, edema polmonare e atelettasia con maggiore sensibilità rispetto ai raggi X. Accessibilità: dispositivi portatili ed economici che si collegano a tablet e smartphone. Sicurezza: nessuna esposizione alle radiazioni. Usabilità: facile integrazione nei protocolli perioperatori standard. Durante la pandemia di COVID-19, l'ecografia polmonare (LUS) si è dimostrata fondamentale nella valutazione al letto del paziente delle patologie polmonari, rafforzandone l'importanza in ambito di routine e di emergenza. Tecniche ecografiche e tipologie di trasduttori Orientamento del trasduttore Orientamento longitudinale (sagittale): il marcatore è rivolto verso la parte cefalica; visualizza i muscoli intercostali e la pleura. Orientamento trasversale (assiale): ruotato di 90°; migliora il rilevamento di atelettasie sottili ed estende la visibilità pleurica. Selezione del trasduttore Lineare (alta frequenza): risoluzione superiore per la linea pleurica e lo scorrimento polmonare. Curvilineo o phased-array (bassa frequenza): migliore per le strutture profonde e le linee B; il phased-array è ideale per gli spazi intercostali. Interpretazione dell'ecografia polmonare: aspetto normale e anomalo? Risultati normali Scivolamento polmonare: un luccichio della linea pleurica dovuto al movimento della pleura viscerale e parietale durante la respirazione. Linee A: artefatti da riverbero orizzontali; indicano tessuto polmonare ben aerato. Polso polmonare: movimento ritmico sincronizzato con il cuore; esclude pneumotorace. Indicatori di aerazione compromessa. Linee B: artefatti verticali, simili a laser, che indicano sindrome interstiziale o presenza di liquido. Consolidazioni subpleuriche: piccole aree focali di collasso al di sotto della linea pleurica. Consolidazioni dense: "epatizzazione polmonare" – tessuto polmonare simile al fegato nell'ecostruttura […]

Visualizza Luglio 4, 2025

La sicurezza strutturale delle iniezioni intraneurali a basso volume del nervo mediano confermata in uno studio su cadavere

Una recente ricerca su cadavere condotta da Mejia et al. (2025), pubblicata su RAPM, fornisce nuove informazioni sugli effetti strutturali delle iniezioni intraneurali a basso volume nell'anestesia regionale. Lo studio ha indagato se la somministrazione di un piccolo volume di fluido, 1 mL, nel nervo mediano causasse danni fascicolari. Nonostante le preoccupazioni di lunga data sul fatto che le iniezioni intraneurali possano causare lesioni nervose, i risultati dello studio suggeriscono che, in condizioni controllate, le iniezioni intraneurali a basso volume non provocano la rottura strutturale dei fasci nervosi. Contesto e razionale I blocchi nervosi periferici (PNB) sono ampiamente utilizzati nella pratica anestesiologica per l'analgesia intraoperatoria e postoperatoria. La guida ecografica ha migliorato la precisione di questi blocchi, tuttavia l'iniezione intraneurale involontaria rimane un problema. Le stime suggeriscono che il posizionamento dell'ago intraneurale si verifica nel 15-20% dei casi utilizzando la guida ecografica. La dose di prova o la tecnica di idrolocalizzazione prevede l'iniezione di una piccola aliquota di fluido, in genere inferiore a 1 mL, nel nervo o attorno ad esso per confermare la posizione dell'ago. Se ecograficamente si osserva un gonfiore all'interno del nervo, l'ago può essere riposizionato prima di somministrare una dose completa di anestetico. Sebbene questo metodo sia inteso a ridurre il rischio, il suo profilo di sicurezza non è stato valutato in modo completo, in particolare per quanto riguarda l'integrità fascicolare. Questo studio è stato progettato per valutare se un'iniezione intraneurale di 1 mL nel nervo mediano porti a una lesione fascicolare, utilizzando metodi istologici per rilevare eventuali segni di rottura del perinevrio o di diffusione dell'iniettato intrafascicolare. Disegno e metodologia dello studio Lo studio è stato condotto utilizzando dieci arti superiori di cadaveri umani freschi e non imbalsamati. Questi campioni non presentavano una storia di traumi, interventi chirurgici o malattie neurologiche. Gli arti sono stati scongelati e portati a temperatura ambiente prima delle procedure. Procedura passo-passo Identificazione ecografica: il nervo mediano è stato localizzato nell'avambraccio utilizzando un trasduttore ecografico lineare da 6-13 MHz. Il nervo è stato visualizzato tra i muscoli flessori profondi e superficiali. Protocollo di iniezione: A […]

Visualizza Luglio 1, 2025

Ridurre al minimo l'impronta di carbonio in sala operatoria

Mentre i sistemi sanitari globali si confrontano sempre più con il loro impatto ambientale, la sala operatoria è emersa come un'area chiave per una riforma sostenibile. Uno dei maggiori fattori che contribuiscono alle emissioni ospedaliere è la somministrazione dell'anestesia generale (AG). Un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Anaesthesia (2025) da Bernat et al. fornisce nuove evidenze cruciali sul confronto tra diverse tecniche anestetiche in termini di emissioni di gas serra (GHG) e impronta ecologica complessiva. Perché questo studio è importante? Il settore sanitario a livello globale è responsabile di una parte sostanziale delle emissioni di gas serra. Se fosse un Paese, il settore sanitario sarebbe il quinto maggiore emettitore al mondo. Le sale operatorie richiedono un consumo di risorse particolarmente elevato, con i gas anestetici che rappresentano fino al 40% delle emissioni chirurgiche. Questo studio di Bernat et al. si distingue per la sua portata multicentrica e concreta, analizzando oltre 35,000 interventi chirurgici su adulti in tre importanti ospedali francesi. Si tratta del confronto più completo fino ad oggi tra: Anestesia endovenosa totale (TIVA) con propofol Anestesia inalatoria a controllo mirato (TCIA) con sevoflurano Anestesia con sevoflurano ottimizzata manualmente Panoramica delle tecniche anestetiche 1. Anestesia endovenosa totale (TIVA) Somministrata esclusivamente per via endovenosa con propofol Evita l'uso di gas volatili 2. Anestesia inalatoria a controllo mirato (TCIA) Utilizza sistemi automatizzati per somministrare sevoflurano a flussi di gas fresco estremamente bassi (~0.5–0.8 L/min) 3. Sevoflurano ottimizzato manualmente L'anestesia inalatoria è gestita manualmente dagli anestesisti utilizzando protocolli per ridurre al minimo lo spreco di gas Risultati principali: Emissioni di gas serra all'ora Questi risultati mostrano che la TIVA con propofol produce da 8 a 10 volte meno emissioni di carbonio all'ora rispetto a entrambe le forme di anestesia inalatoria a base di sevoflurano. Impatti ambientali oltre alle emissioni di carbonio Sebbene le emissioni di CO₂ siano la metrica principale, sono stati presi in considerazione altri inquinanti: Rifiuti di plastica per procedura TIVA: 72 g TCIA: 18 g Sevoflurano manuale: 27 g Rifiuti di alluminio per procedura Solo nelle strategie che utilizzano sevoflurano in bottiglie di alluminio (gruppo TIVA): 0.09 […]

Visualizza 30 Giugno 2025
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