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Più proteine ​​non sono meglio nei pazienti gravemente malati

17 Marzo 2025

Uno studio di riferimento recente pubblicato in The Lancet ha portato nuove intuizioni sull'impatto della nutrizione ad alto contenuto proteico nei pazienti gravemente malati. Prova PRECISA, uno studio multicentrico, randomizzato controllato, ha indagato se una maggiore fornitura di proteine ​​enterali (2.0 g/kg al giorno) potesse migliorare i risultati funzionali e la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) rispetto a apporto proteico standard (1.3 g/kg al giorno).

sorprendentemente, i pazienti che hanno ricevuto un'alimentazione ricca di proteine ​​hanno avuto risultati peggiori in termini di qualità della vita correlata alla salute e di recupero funzionale dopo un ricovero in terapia intensiva (UTI).

Analizziamo nel dettaglio i risultati di questo studio e il loro significato per i pazienti gravemente malati.

Perché le proteine ​​sono importanti nelle malattie gravi?

  • I pazienti in terapia intensiva spesso soffrono di atrofia muscolare e debolezza, che può ridurre significativamente la loro qualità di vita e la loro capacità funzionale dopo la dimissione. Si ritiene che le proteine ​​svolgano un ruolo cruciale in preservando la massa muscolaree alcuni studi precedenti hanno suggerito che un maggiore apporto proteico potrebbe portare a migliori risultati di recupero.
  • Tuttavia, la assunzione ottimale di proteine per i pazienti gravemente malati rimane incerto, con linee guida cliniche che raccomandano tra 1.2 e 2.0 g/kg al giorno.

Prova PRECISA si è prefissato di determinare se spingere l'assunzione di proteine ​​al limite superiore di questo intervallo avrebbe portato a migliori risultati di salute.

disegno dello studio

  • Tipo di studio: studio randomizzato controllato in doppio cieco
  • Luoghi: condotto in 10 ospedali in Belgio e nei Paesi Bassi
  • Partecipanti: 935 pazienti gravemente malati che necessitano di ventilazione meccanica
  • Intervento:
    • Gruppo ad alto contenuto proteico: 2.0 g/kg/giorno di proteine ​​enterali
    • Gruppo proteico standard: 1.3 g/kg/giorno di proteine ​​enterali
  • Il risultato principale: Punteggio di utilità sanitaria EQ-5D-5L (una misura della qualità della vita correlata alla salute) a 30, 90 e 180 giorni dopo la randomizzazione
  • Risultati secondari: Mortalità, funzionalità fisica, durata della degenza ospedaliera e risultati correlati ai muscoli

Principali risultati

1. Peggiore qualità della vita nel gruppo ad alto contenuto proteico

Pazienti che hanno ricevuto un maggiore apporto proteico ha comportato punteggi più bassi per quanto riguarda la qualità della vita correlata alla salute durante il follow-up a 30, 90 e 180 giorni. La differenza media era -0.05, indicando un declino clinicamente e statisticamente significativo nell'HRQoL rispetto al gruppo con proteine ​​standard.

2. Nessun miglioramento nel recupero funzionale

Nonostante l'aspettativa che più proteine ​​avrebbero preservato la massa muscolare, lo studio ha scoperto nessuna differenza significativa nella forza muscolare, nella forza di presa della mano o nella capacità di camminare tra i due gruppi.

3. Aumento dell'intolleranza gastrointestinale

Pazienti in il gruppo ad alto contenuto proteico ha riscontrato più problemi gastrointestinali, come vomito, diarrea e gonfiore. Anche l'uso di farmaci procinetici (per migliorare la digestione) era più elevato in questo gruppo.

4. Nessuna differenza significativa nella mortalità, ma un trend preoccupante

  • La probabilità di la mortalità è stata leggermente più alta nel gruppo ad alto contenuto proteico (42%) rispetto al gruppo con proteine ​​standard (38%).
  • Sebbene questa differenza non sia statisticamente significativa, la tendenza solleva interrogativi sul fatto che un'eccessiva assunzione di proteine ​​possa avere effetti dannosi indesiderati nei pazienti gravemente malati.

Cosa significa questo per la nutrizione in terapia intensiva?

PRECISe Trial sfida l'assunto comune che più proteine ​​sono sempre meglio per pazienti gravemente malati. Le attuali linee guida cliniche che raccomandano un'assunzione di proteine ​​fino a 2.0 g/kg/giorno potrebbero dover essere rivalutate.

Punti chiave per i medici:

  • Un apporto proteico standard di 1.3 g/kg/giorno sembra sufficiente per favorire il recupero senza peggiorare la qualità di vita correlata alla salute.
  • Un maggiore apporto proteico non migliora la forza muscolare o recupero funzionale.
  • Le complicazioni gastrointestinali sono più comuni con l'alimentazione ricca di proteine, che può ostacolare il recupero del paziente.
  • È necessario un approccio personalizzato all'apporto proteico, tenendo conto di fattori quali la storia clinica del paziente, lo stato nutrizionale e la capacità di tollerare l'alimentazione enterale.

Conclusioni

Prova PRECISA è un game-changer nella ricerca nutrizionale in terapia intensiva. Fornisce una solida evidenza che l'alimentazione enterale ad alto contenuto proteico (2.0 g/kg/giorno) non migliora il recupero funzionale o la qualità della vita, e potrebbe in realtà essere dannosa per i pazienti gravemente malati.

Questi risultati evidenziano il importanza delle strategie nutrizionali individualizzate piuttosto che un approccio unico e valido per tutti.

I clinici e i ricercatori devono continuare a indagare come ottimizzare nutrizione in terapia intensiva, bilanciando la necessità di proteine ​​con la tolleranza del paziente e gli obiettivi di recupero a lungo termine.

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