Il delirium postoperatorio (POD) è una complicanza frequente e grave negli anziani sottoposti a intervento chirurgico, caratterizzata da disturbi cognitivi acuti. Negli ultimi anni, l'elettroencefalografia (EEG) si è affermata come promettente strumento non invasivo per identificare i pazienti a rischio di POD. Una nuova revisione sistematica di Bruzzone et al. (2025) offre un'analisi completa del ruolo dell'EEG nel continuum perioperatorio: prima, durante e dopo l'intervento chirurgico.
Capire il delirio postoperatorio
Cos'è il POD?
- La POD è una condizione neuropsichiatrica transitoria caratterizzata da disturbi dell'attenzione e delle capacità cognitive.
- Solitamente si manifesta entro 1-3 giorni dall'intervento chirurgico.
- L'incidenza negli anziani varia tra l'11% e il 51%.
Perché il POD è importante?
- Associato a ricoveri ospedalieri più lunghi, aumento della mortalità e declino cognitivo duraturo.
- Il rischio è maggiore nei pazienti con vulnerabilità cognitive preesistenti o disturbi neurodegenerativi.
Il ruolo dell'EEG nella POD
Cos'è l'EEG?
- L'EEG misura l'attività elettrica cerebrale utilizzando elettrodi sul cuoio capelluto.
- Le bande di frequenza includono delta (1–3 Hz), theta (4–7 Hz), alfa (8–13 Hz) e beta (13–20 Hz).
- Il rallentamento dell'EEG, in particolare l'aumento dell'attività delta e theta, è associato al delirio.
Perché utilizzare l'EEG per la POD?
- Offre informazioni in tempo reale sulle funzioni cerebrali.
- Può potenzialmente identificare gli individui a rischio prima che si sviluppino i sintomi.
Risultati chiave della revisione sistematica
Panoramica dello studio
- Totale studi esaminati: 55
- A chi e' rivolto: 13,046
- Incidenza di POD: 21% (n = 2,706)
EEG preoperatorio
- 16 studi hanno indagato l'EEG preoperatorio.
- Analisi spettrale di potenza più utilizzata; i risultati sono stati incoerenti.
- Risultati comuni nei pazienti che hanno sviluppato POD:
- Frequenza del bordo spettrale inferiore (SEF)
- Potenza ridotta della banda gamma
- Cambiamenti nella connettività alfa
- Diversi studi non hanno rilevato alterazioni significative dell'EEG prima dell'intervento chirurgico.
EEG intraoperatorio
- 38 studi hanno esaminato i dati EEG intraoperatori.
- I monitor BIS (indice bispettrale) o SedLine più utilizzati.
- Principali indicatori EEG associati alla POD:
- Aumento della durata della soppressione della raffica (BS)
- Potenza alfa inferiore durante l'anestesia
- Assenza di attività del fuso durante l'emersione
Soppressione del burst e POD
- Considerato un indicatore di ipoattività cerebrale.
- Fortemente associato a un rischio più elevato di POD.
- Studi hanno mostrato risultati contrastanti sulla riduzione della durata del POD mediante anestesia guidata da BIS.
EEG postoperatorio
- 13 studi hanno valutato l'EEG post-operatorio.
- I risultati ottenuti nei pazienti deliranti includevano:
- Aumento dell'attività delta
Diminuzione della potenza alfa e beta - Perdita di connettività funzionale
- Presenza di convulsioni in alcuni pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca
- Aumento dell'attività delta
Applicazioni pratiche e sfide
L'EEG può aiutare a predire la POD?
- Si, in particolare l'EEG intraoperatorio mostra soppressione dell'impulso elettrico o riduzione della potenza alfa.
- Non, se ci si affida esclusivamente ai dati preoperatori a causa di risultati incoerenti.
Le sfide
- Ampia variabilità nei metodi e nelle misure EEG nei vari studi.
- Differenze nella demografia dei pazienti, nei tipi di intervento chirurgico e negli strumenti di valutazione del delirium.
- Mancanza di protocolli EEG standardizzati nella pratica clinica.
Passi per la ricerca futura
- Standardizzare i protocolli EEG: Utilizzare dispositivi e metodi di analisi comuni.
- Concentrarsi sulle popolazioni ad alto rischio: Pazienti anziani con deterioramento cognitivo.
- Integrare i biomarcatori: Combina l'EEG con i marcatori della malattia di Alzheimer per una migliore previsione.
- Ampi studi multicentrici: Convalidare le misurazioni EEG su diversi gruppi di pazienti.
- Sviluppare algoritmi: Utilizza l'intelligenza artificiale per analizzare l'EEG e prevedere il POD in tempo reale.
Conclusione
L'EEG ha un potenziale significativo come strumento per comprendere, prevedere e forse persino prevenire il delirium postoperatorio. Sebbene l'EEG intraoperatorio mostri attualmente le maggiori potenzialità, sono necessarie ricerche standardizzate per tradurre queste conoscenze nella pratica clinica. L'integrazione dell'EEG con valutazioni cognitive e biomarcatori potrebbe aprire la strada all'identificazione precoce e a risultati migliori nelle popolazioni chirurgiche vulnerabili.
Riferimento: Bruzzone MJ et al. Misure elettroencefalografiche del delirium in ambito perioperatorio: una revisione sistematica. Anesth Analg. 2025; 140: 1127-1139.
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